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Prima metà dell'800: SI RICOMINCIA A PRODURRE


All'indomani del congresso di Vienna, in un'Europa svenata dalle molte guerre dei due decenni precedenti, gli artigiani orefici compiono autentici salti mortali nel riciclo di vecchi gioielli perché le materie prime continuano a scarseggiare.
In realtà ci si ingegna, più che altro, a realizzare pezzi appariscenti con la minore quantità possibile di materiale, non disdegnando, in mancanza di meglio, le pietre semipreziose (ametiste,topazi, acqua marine) tra cui comincia proprio ora a comparire il corallo.
Si punta sull'elaborazione artigiana piuttosto che sull'impiego di grandi quantità di oro e si inventano a questo scopo nuove tecniche.
In primo luogo si modifica la montatura "a notte" e si montano le pietre lasciandone scoperto anche il retro (montatura "a giorno").
Non si rinuncia all'argento sul fronte del gioiello, perché questo metallo chiaro esalta lo splendore soprattutto del diamante, però si crea per ogni pietra un leggero supporto di oro giallo, così da rendere tutto più rigido. L'uso del doppio metallo sarà costante per tutto il corso dell'800, ed è uno degli elementi determinanti per stabilire la cronologia di alcuni gioielli.
I diamanti sono tuttavia ancora pochi e quelli che restano in circolazione vengono inseriti in montature piuttosto pesanti, in modo da fare apparire le pietre più grandi di quanto siano in realtà.
Nello stesso tempo si prende a colorare i gioielli con gli smalti. La produzione più caratteristica di questi è quella svizzera. Si tratta di gioielli dall'impatto piuttosto evidente soprattutto se indossati in parure. D'altra parte ornarsi con gioielli, a partire dal secondo decennio del XIX secolo, sembra una moda inarrestabile; per questo nasce una produzione di pezzi in materiali non preziosi ma pregevoli per l'accurata tecnica artigianale. Gioielli in ferro o in altri metalli vili non hanno un valore intrinseco particolare, tuttavia sono talmente usati che lentamente le loro fogge prendono a somigliare sempre più a quelle dei gioielli in oro, e spesso finiscono per farne le veci.

A partire dagli anni Trenta si sente davvero aria nuova.
La richiesta di gioie è in netto aumento, anche a causa delle innovazioni radicali della moda femminile, i corsetti degli abiti acquistano ora maggiore importanza e ospitano grosse spille spesso a girandola, decorazioni poste al centro della scollatura o intere parure formate da gruppi di tre spille che si appuntano in successione verticale sul corsetto.
Gli abiti da sera si aprono fino a scoprire le spalle su cui devono poggiare lunghe collane con le"fermezze"-piccoli capolavori di gioielleria- bene in vista.

Cosa fare per venire in contro efficacemente a questa richiesta senza impiegare quantità d'oro impossibili da reperire?
Di necessità virtù, i gioiellieri sopperiscono alla carenza di materie prime con la loro abilità tecnica. L'oro viene ora "colorato" mediante l'aggiunta di rame, che gli dà un tono rossastro, o di argento, che lo fa invece virare sul verde: l'accostamento delle diverse tonalità permette piacevoli effetti preziosi. Prevalentemente adoperato in sottili sfoglie sbalzate, l'oro produce un effetto di pesantezza, come nelle lunghe catene apparentemente massicce, ma in realtà molto leggere.
Si diffondono moltissimo anche i cosiddetti gioielli "romantici": pendenti, spille o anelli che racchiudono una ciocca di capelli della persona amata o di un parente defunto che riportano versetti, rebus o motti misteriosi.

Ma la corrente decorativa che sembra prendere piede negli anni Quaranta è il naturalismo.
Le spille sopratutto, ma anche i fermagli per capelli o i pendenti assumono forme di rami, foglie bouquette di fiori decorati con cascate di diamanti, tralci di vite spesso montati a "tremblant", cioè su molle che fanno vibrare l'oggetto a ogni movimento.
Risale proprio agli anni Quaranta l'introduzione di una iconografia fortunatissima: quella del serpente, che sarà di volta in volta spilla, anello, bracciale o collana. Oltremanica la richiesta di gioielli aumenta considerevolmente, si tende a un soffocante apparato decorativo.
In questo decennio hanno grande fortuna le decorazioni per i capelli, pettini, tiare e diademi, da posare sulle acconciature, o anche fili di perline da intrecciare con i capelli, e i bracciali, indossati in gran quantità per ciascun braccio.
Il serpente attorcigliato ne segna la foggia più diffusa.